Hiroshi Sugimoto è nato a Tokyo nel 1948; dopo essersi trasferito in
America nel 1970, fa di New York la sua base, lo studio dove stampa le
fotografie scattate in giro per il mondo, in particolare in Europa.
La peculiarità dell'artista, che fa uso quasi esclusivo del bianco e
nero, è nel metodo di lavoro e nei materiali utilizzati: non si serve
di tecniche digitali o di effetti speciali, la sua macchina fotografica è
a soffietto, simile a quelle usate ai primordi della fotografia, e
prepara lui stesso le pellicole e i relativi trattanti chimici, come
anche gli acidi necessari in fase di stampa.
Sugimoto ha insistito nella sua fotografia su pochi soggetti, che ha
riproposto per anni dando vita ad alcune serie tematiche che al loro
interno sono caratterizzate da variazioni minime.
Profondo conoscitore dell’arte rinascimentale italiana e della
ritrattistica di stato europea, le sue immagini sono statiche, mirano a
una sorta di nitore classico, a una “permanenza” rappresentativa e
ideologica del tutto inconsuete nel panorama artistico.
Una delle serie più suggestive, cui ha lavorato a partire dal 1980, è
quella dei “Seascapes” (panorami marini): Sugimoto vi ha voluto rendere
“lo stato d’animo del primo uomo sulla terra”, l’orizzonte, la distesa
perfettamente omogenea di aria e di acqua, raffigurando un paesaggio
che, pur in continuo movimento, resta invariato nei secoli, “l’ultima
visione che possiamo condividere con gli antichi”.
Negli ultimi anni Sugimoto si è cimentato con la serie delle
Architetture, edifici o particolari architettonici che sceglie di
isolare dal contesto urbano e dove l’immagine, spesso fuori fuoco,
secondo un procedimento usato dall’artista in tutta la sua opera e
ancora una volta senza alcuna presenza umana, sembra sfumare in un mondo
onirico, o forse nella visione dell’ultimo uomo rimasto sulla terra.
Nel 2005 la Gagosian Galler di Londra ha presentato la nuova serie
di Hiroshi Sugimoto, intitolata "Conceptual Forms". Le ventiquattro
fotografie, in bianco e nero di grande formato, sono immagini di modelli
matematici e attrezzi di macchine meccaniche. I "Mathematical forms”
sono modelli di stucco creati nel diciannovesimo secolo per dare agli
studenti una comprensione visiva di funzioni trigonometriche complesse.
Le “Mechanical forms”, modelli di macchine con ingranaggi, pompe e
regolatori, sono invece strumenti industriali nati per mostrare i
movimenti fondamentali dei macchinari moderni. Le opere di Hiroshi
Sugimoto sono state esposte in tutto il mondo e una retrospettiva di
trent’anni del suo lavoro aprirà presto al Mori Museum di Tokyo e farà
poi il giro degli Stati Uniti.
Esposizioni personali recenti:
2007, Hiroshi Sugimoto, Studio Guenzani, Milano
2007, Hiroshi Sugimoto, Villa Manin di Passariano, Codroipo (Ud)
2004, Hiroshi Sugimoto, Museo Capodimonte, Napoli
Esposizioni collettive recenti:
2008, “Uno Nessuno e Centomila”, Duetart Gallery, Varese
2008, “Nostalgie. L’istante e la durata del tempo”, Museo d’arte contempotanea Villa Croce, Genova
2007, “99 cent $”, Associazione Fondo Giov-Anna Piras, Asti
2006, “Eretica”, Galleria d’arte moderna - ex convento di Sant'Anna, Palermo
2006,
”Ecce Uomo”, Spazio Oberdan – Cineteca, Milano.
2006, “Metropolitanscape. Immagini della città contemporanea”, Palazzo Cavour, Torino
2006,
”BYO. Bring Your Own”, Man - Museo d'Arte Della Provincia di Nuoro, Nuoro
2006, “
La percezione dell’orizzontale”, Museion, Bolzano
2005, “(In)visibile (in)corporeo”, Man - Museo d'arte Della Provincia di Nuoro, Nuoro
2005, “
The Ancient Sound of the Image”, Istituto Nazionale per la Grafica - Palazzo Fontana di Trevi, Roma
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