Mario Radice
Como 1898 – 1987

La formazione di Mario Radice avviene presso istituti d’arte locali, dopo un avvio agli studi di medicina veterinaria, abbandonati per dedicarsi interamente alla pittura.
Dai primi anni ’30 si lega agli architetti Terragni, Cereghini, Lingeri Sartoris e Cattaneo e al pittore Manlio Rho.
I viaggi all’estero, soprattutto a Parigi, compiuti in quegli anni gli consentono di avvicinarsi alle esperienze di avanguardia.
Con Bardi e Bontempelli fonda nel 1933 la rivista” Quadrante” e nel 1938 con Terragni e Ciliberti il gruppo e la rivista “ Valori primordiali”.
Nel 1934 si fa intensa la frequentazione con la Galleria Milione di Milano, dove stringe amicizia con Reggiani, Ghiringhelli, Bogliardi, Soldati, Fontana e Melotti.
Tra il 1934 e il 1936 esegue le decorazioni per la Casa del Fascio di Como progettata dall’arch. Giuseppe Terragni e nel 1936 promuove con Manlio Rho e Alberto Sartoris la Mostra di pittura moderna presso Villa Olmo, a Como, dove viene dato ampio spazio all’arte astratta italiana dell’epoca.
Con Cesare Cattaneo progetta nel 1936 la fontana di Camerlata che viene provvisoriamente posta, in occasione della VI Triennale, nel Parco Sempione a Milano e che sarà collocata alle porte di Como solo nel 1962.
Nel dopoguerra aderisce al MAC, Movimento Arte Concreta, e prosegue la sua ricerca di ordine astratto senza mai dimenticare il bisogno di una esercitazione continua di carattere figurativo.

“Razionalista e spiritualista (e presto religioso). Classico (nell’ordine delle sue strutture) e romantico. Orchestratore di equilibri armonici esatti e insieme carichi delle risonanze neopitagoriche . Costruttore di composizioni geometriche e pittore di vibrazioni sensibili, di lirici accordi cromatici. Artista astratto e figurativo, senza preconcette contrapposizioni. Antico (come gli affreschisti lombardi del Quattrocento) e moderno (come Terragni). Pittore – pittore e, con Cattaneo, progettista (di chiese e di una scultura monumentale quale quella per il piazzale di Camerlata); e ancora teorico, scrittore, polemista. Partecipe del primordialismo bontempelliano e celibertiano e capace di calarsi nella flagrante concretezza dell’evento pittorico. Teso ai modelli ideali del neoplatonismo e compromesso con le inquietudini e i fremiti esistenziali (…)Tutto questo e molt’altro è stato Mario Radice, non regolabile nel ruolo dell’astrattista storico o in quello anche, tanto generico, dell’astrattista tout-court. (…)”
Luciano Caramel
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